L’IMPORTANZA DEI PROGETTI, NON SOLO PER I PROGETTI

Da quasi 30 anni mi occupo di progettualità e di Project Management, supportando i miei Clienti nel costruire il proprio successo, personale e organizzativo, attraverso la capacità di realizzare progetti “buoni”, che raggiungono gli obiettivi e producono il cambiamento desiderato. Nella mia borsa degli attrezzi ci sono logiche, processi, metodi e strumenti di Project Management (metodo), insieme a capacità e modalità specifiche per lo sviluppo di relazioni professionali produttive e soddisfacenti, abilitazione di comportamenti funzionali ed efficaci, raggiungimento di performance eccellenti, sia a livello individuale che di gruppo (persone). Indubbiamente, la dimensione progettuale possiede caratteristiche peculiari che non appartengono al mondo delle operations e del “business-as-usual”: temporaneità e unicità dell’iniziativa, ruoli e criteri organizzativi specifici, relazioni fondate sullo spirito collaborativo più che sulla gerarchia, approcci implementativi dedicati (dal predittivo all’agile). Si tratta di prerogative che richiedono abilità specifiche, oltre che metodi e strumenti particolari, come l’orientamento al risultato condiviso, lo spirito di squadra, la capacità auto-organizzativa, la proattività, il problem solving, la gestione dei conflitti, la leadership di servizio. Soprattutto negli ultimi anni, però, in un mondo che è sempre più “progettizzato”, incerto, complesso e dominato dalle rapidissime trasformazioni tecnologiche, le abilità appena elencate risultano determinanti anche per affrontare situazioni che sono al di fuori della dimensione progettuale tout court. Penso al ruolo dei Manager, che sempre più dovranno fondare la loro leadership sulla capacità di connettere e abilitare intelligenze, piuttosto che sulla competenza specialistica e sulla direzione/controllo. Penso al funzionamento delle organizzazioni in generale che, per ottenere agilità e resilienza, dovranno rinforzare spirito di squadra e capacità auto-organizzativa delle proprie persone, leadership distribuita, accountability. Penso alle persone che, in un contesto competitivo e sfidante come quello attuale, hanno bisogno di imparare a “progettare” i sogni affinché si avverino.

 

IL PROJECT THINKING

Facendo tesoro di tutto quello che l’esperienza nella progettualità mi ha insegnato, ho identificato 7 ATTITUDINI che ritengo abbiano valore universale e trasversale e che, nel mio modo di vedere, definiscono il PROJECT THINKING, inteso come l’arte di saper trasformare i desideri in risultati, dentro e fuori il progetto. Ho scelto la parola attitudine perché la sua etimologia (da APTUS, idoneo, e da APTARE, aggiustare) richiama ciò che è adeguato e funziona perché risolve, perché porta soluzioni, perché aggiunge valore. Esattamente come le attitudini che sono di seguito elencate.

 

✅ #RESPONSABILITA’:

oltre alla capacità farsi trovare “abili a rispondere”, nel progetto la responsabilità si gioca imparando a identificare e a concentrarsi su “ciò che dipende da me, da noi”, su quello che possiamo fare, mettendoci la faccia e giocando da protagonisti, per influire sul corso degli eventi e aumentare le possibilità di raggiungere i nostri obiettivi. In un progetto c’è sempre qualcosa che possiamo fare, per quando limitato sia, quanto di questo spazio esiste anche oltre il progetto?

 

✅ #CONSAPEVOLEZZA:

il progetto è certamente definito da elementi macroscopici, tangibili e misurabili, ma anche, e soprattutto, da aspetti intangibili, da connessioni sottili che si manifestano sullo sfondo, da segnali deboli che possono essere raccolti e utilizzati solo se sappiamo essere presenti al “qui e ora” del progetto con tutte le nostre capacità, tutti i nostri sensi, tutte le nostre facoltà, in un allenamento che è continuo. Si tratta di una capacità di comprendere (prendere insieme) tutto quello che sta accadendo in un determinato istante, per supportare le decisioni migliori e scegliere la via più opportuna. Se funziona in un progetto, perché non fuori?

 

✅ #ANDARE A PRENDERSI IL FUTURO:

nel progetto, l’abilità è quella di sapersi proiettare nel futuro per costruire lì l’idea che si vuole realizzare e poi agire perché quel futuro si trasformi in presente. Non si tratta di accompagnare il presente nel futuro, ma di portare il futuro che desideriamo, proprio quello, nel presente. In questo modo si è portati a concentrarsi sulle opportunità e sulle possibilità che il futuro offre, piuttosto che sui limiti e sui vincoli che caratterizzano il presente. Anzi, limiti e vincoli spesso si trasformano in strumenti che supportano la realizzazione dell’idea. Quanto questo cambio di paradigma potrebbe aiutare a realizzare desideri e obiettivi, in qualunque dimensione organizzativa e personale?

 

✅ #FOCUS:

nel contesto progettuale la capacità di distinguere e selezionare, istante per istante, ciò che è importante da ciò che lo è meno (o non lo è proprio) rappresenta un fattore critico di “sopravvivenza” e di successo. E’ vitale riuscire a focalizzarci su quel particolare che, in mezzo al tanto rumore, alla confusione e all’incertezza, è in grado di mantenerci saldi nella posizione, mentre ci aiuta a decidere come e dove muovere il passo successivo. A chi non farebbe comodo una abilità del genere?

 

✅ #STARE CON L’INCERTEZZA:

i progetti sono, per definizione, iniziative temporanee e uniche, quindi incerte. L’incertezza è insita nella natura stessa del progetto e lo condiziona in maniera importante, che ci piaccia o no. Per chi agisce nella progettualità non si tratta tanto di saper stare nell’incertezza, come condizione da tollerare e a cui abituarsi, quanto, piuttosto, di imparare a stare CON l’incertezza, come strumento con cui interagire proattivamente per farne leva preziosa di orientamento e di possibilità, che si tratti di difendersi dalle minacce o di cavalcare le opportunità. Quanto la capacità di trovare e utilizzare lo spazio della possibilità potrebbe aiutarci nell’attuale contesto di business?

 

✅ #ALLENZA:

nel progetto la capacità degli stakeholder di costruire alleanze che consentano il raggiungimento del risultato condiviso, al di là degli interessi specifici e delle aspettative che possono divergere, è fondamentale. Saper costruire un contesto di rispetto e di chiarezza, di trasparenza e di fiducia diventa il presupposto per la negoziazione, fra i diversi attori, di un sistema di “patti” per il bene comune (il progetto), in cui i bisogni e gli interessi particolari, che non prevalgono, trovano comunque la migliore collocazione possibile. Quanto un modello di aggregazione di sforzi di questo tipo potrebbe influire sulle performance del business in generale?

 

✅ #ABILIT-AZIONE:

la leadership di progetto, se pur variegata e poliedrica, è soprattutto leadership di servizio. E’ una leadership orientata a mettere gli altri nelle condizioni di giocare pienamente il proprio ruolo, per portare il miglior contributo al progetto. E’ una leadership che facilita, che integra, che connette, che rimuove ostacoli, che si prende cura del progetto e dei suoi attori, che esercita influenza soprattutto attraverso l’esempio. E’ una leadership distribuita, non dirige e neanche delega, abilita le potenzialità degli altri, in un disegno complessivo di cui mantiene il presidio e il governo. A volte, fa fatica a esprimersi completamente anche nei progetti, ma a breve non se ne potrà più fare a meno e consentirà l’esplosione delle potenzialità, in qualunque dimensione organizzativa. Sarà questa la missione dei nuovi Manager?

Tante domande per una riflessione complessa e uno stimolo a esplorare nuove prospettive.